venerdì 26 ottobre 2012

FIAT FERMA LA PRODUZIONE A POMIGLIANO



Si ferma di nuovo la fabbrica Fiat di Pomigliano, dove si produce la nuova Panda: dopo lo stop già previsto da lunedì 29 ottobre al 12 novembre, oltre duemila lavoratori andranno di nuovo in cassa integrazione dal 26 novembre al 9 dicembre.

La crisi del mercato dell’auto in Europa non colpisce solo la Fiat. La Ford, che quest’anno subirà una perdita di circa 1,5 miliardi di dollari, prevede il taglio di 6.300 dipendenti, pari al 13% della forza lavoro del Vecchio Continente: dopo quella del sito belga con 4.500 licenziamenti, annuncia la chiusura di due stabilimenti in Gran Bretagna, a Southampton e a Dagenham, con 1.500 posti di lavoro. Male anche la Daimler che ha rivisto al ribasso le stime per l’intero esercizio 2012. I problemi del settore auto non aiutano Fiat che a Piazza Affari lascia sul terreno l’1,8%.

In attesa del cda di martedì sui conti del terzo trimestre della Spa e dell’incontro in serata con i sindacati, il Lingotto continua a far fronte alle difficoltà con il ricorso alla cassa integrazione. Tutte le fabbriche Fiat sono in difficoltà, ma Pomigliano è al centro dell’attenzione. La Fiom avvierà una raccolta firme in contrapposizione a quella avviata da alcuni lavoratori della newco i quali temono che l’assunzione di 145 iscritti alla Fiom, imposta dal giudice di Roma, possa comportare la loro uscita dalla fabbrica.

«Mi auguro che Marchionne adesso si faccia consigliare da qualcuno che non sia quello che gli ha consigliato di cancellare la Fiom ed i diritti dei lavoratori in Italia, perché non ci riescono. Prevalga il buon senso e la Fiat comprenda che lo scontro non porterà da nessuna parte», afferma il segretario generale Maurizio Landini. Per il leader della Fiom, «la comunicazione di Fiat di nuova cig per la newco di Pomigliano, conferma solo che è possibile far rientrare tutti al lavoro e ragionare sugli ammortizzatori sociali». Il segretario generale della Uilm Campania, Giovanni Sgambati, osserva che la nuova cassa integrazione a Pomigliano «è la conferma della crisi del mercato dell’auto, non solo in Italia ma in tutta Europa, dove sono state previste misure ancora più drastiche di quelle che colpiscono i nostri lavoratori».
Susanna Camusso, numero uno della Cgil, ricorda che laddove «i prodotti, la ricerca, gli investimenti ci sono, gli accordi per risolvere i problemi li ha fatti, eccome». E aggiunge: «sulla barca del modello Fiat di Sergio Marchionne non si può proprio stare».

 
 
 

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