Una spinta interessante anche in considerazione che il report è il penultimo market mover prima delle elezioni presidenziali. Lo sguardo, adesso si volge verso l’altro dato di primaria importanza e cioè i dati del mercato del lavoro il 2 novembre a dirigere il voto degli indecisi nella kermesse elettorale che si concluderà 4 giorni dopo.
“Eppure, nonostante ciò, bisogne constatare che l’economia ancora deve combattere con dati particolarmente negativi e nemici interni non indifferenti.", ha detto Jim Baird, investment strategist di Plante Moran Financial Advisors.
Due interpretazioni differenti (democratici che approfittano di dati che hanno battuto le previsioni, repubblicani che invece puntano il dito sul fatto il benessere rilevato non potrà essere sistematico proprio a causa di mancanza di lavoro e aumento degli energetici) ma che possono essere l’ago della bilancia sia del mercato, in risalita, sia delle elezioni, ancora in pieno testa a testa. La crescita dei consumi privati che rappresentano il 70% dell’economia è dunque in rialzo, nonostante il clima di incertezza che si avverte meno grave del previsto proprio grazie a settori come l’immobiliare (che vede un incremento del 14,4%) e l’azionario che rendono inclini all’acquisto soprattutto di automobili e smartphone anche in ottica di spese personali che vedono un generale aumento dallo 0,7% delle precedenti rilevazioni a un più rassicurante 1,3%.
Ma a creare gli elementi per dar vita all’aumento imprevisto del Pil è stato un incremento della spesa pubblica, contrastata però da un capo dell’export (-1,6%) dovuto alla crisi globale e degli investimenti delle aziende impaurite dal Fiscal Cliff e dalle sue potenziali conseguenze. Ed è proprio la decelerazione da parte delle industrie nel puntare sul proprio futuro che non fa ben sperare sul mantenimento della positività dei prossimi rilevamenti e che rafforza la tesi repubblicani di una semplice coincidenza.