In due anni su quel conto sono passati 180 milioni di euro. Il sospetto della magistratura è che soggetti con residenza fiscale in Italia abbiano usato o usino tuttora lo Ior come "schermo" per nascondere i soldi dell’evasione fiscale o i proventi di truffe. Ma tutto si ferma perché i pm italiani non hanno competenza a indagare sullo Ior senza una rogatoria internazionale, a causa della sua natura formalmente estera. Il 20 settembre 2010 ancora la procura della capitale, su segnalazione della Banca d’Italia, dispone il sequestro preventivo (non eseguito) di 23 milioni di euro depositati su un conto presso la filiale romana del Credito Artigiano spa intestato allo Ior.
Il sospetto è che anche in questo caso venga violata la norma antiriciclaggio. Nel mirino dei pm due operazioni di trasferimento di 20 milioni di euro alla JP Morgan di Francoforte e di altri tre milioni alla Banca del Fucino. Vengono indagati il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, e il direttore generale Paolo Cipriani. "La Santa Sede - sottolinea il Vaticano - manifesta perplessità per l’iniziativa della procura di Roma, i dati informativi necessari sono già disponibili presso l’ufficio competente della Banca d’Italia. Quanto agli importi citati, si tratta di operazioni di giroconto per tesoreria presso istituti di credito non italiani il cui destinatario è il medesimo Ior".
Ior, storia di un mistero di ETTORE LIVINI
08 gennaio 2012
Nessun commento:
Posta un commento