lunedì 29 ottobre 2012

PIO LA TORRE



Pio La Torre (Palermo, 24 dicembre 1927Palermo, 30 aprile 1982) è stato un politico italiano.

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Biografia [modifica]

Infanzia [modifica]

Nacque nella frazione di Altarello di Baida del comune di Palermo in una famiglia di contadini molto povera[1], da padre palermitano e madre lucana, figlia di un pastore di Muro Lucano (PZ).[2] Sin da giovane si impegnò nella lotta a favore dei braccianti, finendo anche in carcere, prima nella Confederterra, poi nella Cgil (come segretario regionale della Sicilia) e, infine, aderendo al Partito comunista italiano.

Carriera [modifica]

Nel 1960 entrò nel Comitato centrale del PCI e, nel 1962 fu eletto segretario regionale, succedendo a Emanuele Macaluso. Nel 1963 fu eletto per il PCI deputato all' Assemblea regionale siciliana e rieletto nel 1967, fino al 1971. Nel 1969 si trasferì a Roma per dirigere prima la direzione della Commissione agraria e poi di quella meridionale. Messosi in luce per le sue doti politiche, Enrico Berlinguer lo fece entrare nella Segreteria nazionale di Botteghe Oscure. Nel 1972 venne eletto deputato nel collegio Sicilia occidentale, e subito in Parlamento si occupò di agricoltura.[3] Propose una legge che introduceva il reato di associazione mafiosa (Legge Rognoni-La Torre [4]) ed una norma che prevedeva la confisca dei beni ai mafiosi (scopo poi raggiunto dall'associazione Libera, che raccolse un milione di firme al fine di presentare una proposta di legge, che si concretizzò poi nella legge 109/96). Rieletto alla Camera nel 1976 e nel 1979.
Nel 1981 decise di tornare in Sicilia per assumere la carica di segretario regionale del partito. Svolse la sua maggiore battaglia contro la costruzione della base missilistica NATO a Comiso che, secondo La Torre, rappresentava una minaccia per la pace nel Mar Mediterraneo e per la stessa Sicilia; per questo raccolse un milione di firme in calce ad una petizione al Governo. Ma le sue iniziative erano rivolte anche alla lotta contro la speculazione edilizia.

L'omicidio [modifica]

Alle 9:20 del 30 aprile 1982, con una Fiat 131 guidata da Rosario Di Salvo, Pio La Torre stava raggiungendo la sede del partito.[1] Quando la macchina si trovò in una strada stretta, una moto di grossa cilindrata obbligò Di Salvo, che guidava, ad uno stop, immediatamente seguito da raffiche di proiettili.[1] Da un'auto scesero altri killer a completare il duplice omicidio.[1] Pio La Torre morì all'istante mentre Di Salvo ebbe il tempo per estrarre una pistola e sparare alcuni colpi, prima di soccombere.[1]
Al funerale presero parte centomila persone tra cui Enrico Berlinguer, il quale fece un discorso.[1] È stato sepolto nel Cimitero dei Cappuccini di Palermo.
Poco dopo l'omicidio fu rivendicato dai Gruppi proletari organizzati. Dopo nove anni di indagini, nel 1991, i giudici del tribunale di Palermo chiusero l'istruttoria rinviando a giudizio nove boss mafiosi aderenti alla Cupola mafiosa di Cosa Nostra. Per quanto riguarda il movente si fecero varie ipotesi, ma nessuna di queste ottenne riscontri effettivi. Nel 1992, un mafioso pentito, Leonardo Messina, rivelò che Pio La Torre fu ucciso su ordine di Totò Riina, capo dei corleonesi, a causa della sua proposta di legge riguardante i patrimoni dei mafiosi.
Alcuni hanno sostenuto l'ipotesi che quello di Pio La La Torre sia un omicidio di natura politica. Dalle carte dei servizi segreti risulta che La Torre viene pedinato fino a una settimana prima della morte. Il movente, in questa chiave di lettura, è da ricercare nelle intuizioni dell'onorevole: parlando in Parlamento associa l’omicidio di Piersanti Mattarella con il caso Sindona e con la riscoperta di una vocazione americana della mafia siciliana. È La Torre a conoscere i risvolti più segreti dell’attività del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa; a comprendere il peso della P2; a intuire la posta in gioco con l’installazione della base missilistica Usa a Comiso; a intravedere, con nove anni di anticipo, il peso di strutture come Gladio.[5]

L'eredità [modifica]

Il 30 aprile 2007 venne intitolato a Pio La Torre, dalla giunta di centrosinistra, il nuovo aeroporto di Comiso. Nell'agosto del 2008, la nuova giunta di centrodestra guidata dal sindaco Giuseppe Alfano decide di togliere l'intitolazione a La Torre per tornare a quella precedente di "Generale Magliocco", un generale del periodo fascista distintosi nella guerra colonialista d'Etiopia [6] [7]. Il 10 maggio 2008, a Torino, è stato presentato il libro Pio La Torre - Una Storia Italiana di Giuseppe Bascietto e Claudio Camarca, con la prefazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Si tratta della prima biografia del politico autorizzata dalla famiglia La Torre.
I Gang gli dedicano la canzone "Duecento giorni a Palermo", contenente nell'album Storie d'Italia.

Onorificenze [modifica]

Medaglia d'oro al merito civile - nastrino per uniforme ordinariaMedaglia d'oro al merito civile
«Esponente politico fortemente impegnato nella lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso, promotore della coraggiosa legge che ha determinato una innovativa strategia di contrasto alla mafia, mentre era a bordo di una vettura guidata da un collaboratore, veniva proditoriamente fatto oggetto di numerosi colpi di arma da fuoco da parte di sicari mafiosi, perdendo tragicamente la vita nel vile agguato. Fulgido esempio di elevatissime virtù civiche e di rigore morale fondato sui più alti valori sociali spinti fino all'estremo sacrificio.»
— 30 aprile 1982 Palermo[8]

Note [modifica]

  1. ^ a b c d e f Saverio Lodato, Quel tremendo '82 in Trent'anni di mafia, Rizzoli [2008], pp. 81-89. ISBN 978-88-17-01136-5
  2. ^ Domenico Rizzo, Pio La Torre: una vita per la politica attraverso i documenti, Rubbettino, 2003, p.19
  3. ^ Antonio Saltini, Intervista all'on. La Torre. PCI all'opposizione: quale politica agraria? Terra e vita, n. 30, 28 lug. 1979
  4. ^ Legge 13 dicembre 1982 n. 646 - Proposta di legge n. 1581, presentata il 31 marzo 1980
  5. ^ chi ha ucciso Pio La Torre?
  6. ^ Scalo di Comiso, si torna al vecchio nome Cancellato La Torre. Veltroni: offensivo - Corriere della Sera
  7. ^ Cancellazione e riscrittura della storia :: Il pane e le rose - classe capitale e partito
  8. ^ La Torre On.le Pio

Bibliografia [modifica]

Collegamenti esterni [modifica]

   
 


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