domenica 11 novembre 2012

IL COMUNE DI MILANO OFFRE UN SUO EDIFICIO AL CENTRO ISLAMICO


Il Comune offre un suo edificio
al centro islamico sotto sfratto

A gennaio il bando di Palazzo Marino per l'assegnazione di una sede alla comunità di viale Jenner
Il vicesindaco Guida: "Nessuna corsia preferenziale, è la Costituzione a garantire la libertà di culto"


La comunità islamica di viale Jenner è sotto sfratto e il Comune di Milano pensa a un bando pubblico, a gennaio, per assegnare uno stabile comunale o uno spazio dove i fedeli possano riunirsi a pregare. Le parole del vicesindaco Maria Grazia Guida sono chiare: «Nessuna corsia preferenziale, ma c’è la nostra chiara volontà di risolvere questa e altre emergenze lasciate irrisolte dalle precedenti amministrazioni. La libertà di culto è un diritto riconosciuto dalla Costituzione e noi intendiamo garantirla».

La Guida esce con don Virginio Colmegna dal convegno a Palazzo Reale, promosso dal Comune assieme alla Casa della carità, per ricordare le figure di padre David Maria Turoldo e padre Ernesto Balducci. Ed è proprio richiamandosi al pensiero dei due sacerdoti che la vice del sindaco Giuliano Pisapia promette di affrontare in tempi rapidi la questione di viale Jenner, dopo l’accelerazione dovuto allo sfratto dallo stabile dove l’Istituto culturale islamico era in affitto da 25 anni. «Siamo pronti a partire con l’albo delle comunità religiose a dicembre, primo passo formale per avere i dati delle associazioni milanesi — spiega — Subito dopo, all’inizio dell’anno nuovo, passeremo ai bandi per assegnare gli spazi disponibili, ovviamente tenendo conto delle urgenze. Oltre a viale Jenner, ci sono la casa della Cultura islamica di via Padova 144 e gli evangelici. Queste sono le priorità».

Dopo tanti appelli da parte del mondo 
islamico e dopo i ripetuti inviti a concedere spazi per il culto, dunque, il Comune scopre le carte. Finora si era rimandata la risposta a dopo l’approvazione del Pgt, dal quale sarebbe dovuta emergere qualche segnalazione su nuove aree edificabili a spese degli islamici. Ora esce anche l’ipotesi di assegnare spazi — ovviamente a pagamento — a chi ha le caratteristiche di trasparenza e legalità necessarie per essere iscritto al primo albo delle religioni.

Guida non si mostra preoccupata delle polemiche che subito sono state fatte da Lega, centrodestra e comitati degli abitanti in zona Farini: «Sappiamo che questo tema è facilmente strumentalizzabile, ma andiamo avanti per la nostra strada, sapendo di avere illustri punti di riferimento, come il cardinale Carlo Maria Martini, che ci ha sempre spronati al dialogo interreligioso, e l’arcivescovo Angelo Scola, che sempre ci ricorda il tema del meticciato culturale come una risorsa per la società, non come un pericolo di fronte al quale alzare steccati e barricate. Le religioni insegnano a costruire ponti».

il vicesindaco non fa mistero che accanto alla riflessione culturale, che sostiene la scelta politica, ci sia anche un percorso operativo già intrapreso: «Sto collaborando con i settori dell’Urbanistica e del Demanio per individuare gli spazi che verranno assegnati. Siamo consapevoli che dopo anni di ritardo ora è necessario dare le risposte che la città chiede su questo tema. Una sfida importante per una città che vuole essere a misura degli uomini e delle donne del nostro tempo».
(11 novembre 2012)


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