giovedì 8 novembre 2012

LE PROVINCE CONTRO LO STATO


Tagli, la protesta delle Province
“Scuole chiuse e niente riscaldamento”

Studenti in aula in una immagine di archivio

La minaccia di Saitta: aumentano
le vacanze. Nel mirino la sforbiciata
da 500 milioni decisa dal governo
Ed è già pronto il ricorso al Tar
TORINO
Le Province italiane decideranno a breve la chiusura dei riscaldamenti nelle scuole e conseguentemente l’aumento delle vacanze per gli studenti: lo ha detto il nuovo presidente Upi, Antonio Saitta, spiegando che l’iniziativa «prende le mosse per protestare contro i tagli di 500 milioni decisi con la spending review», contro cui tutte le Province italiane faranno ricorso al Tar perché «non sopportabili». 

«Il governo è ingrato e decisioni come queste debbono essere ben spiegate agli studenti e ai loro genitori» ha aggiunto Saitta incassando gli applausi dei presidenti di Provincia. «Bisogna spiegare soprattutto che il governo non ha il coraggio di fare una spending review su sé stesso e che, tra l’altro, siamo pronti anche - ha sottolineato - ad interrompere i lavori di manutenzione nelle scuole. E quando qualche procuratore della Repubblica, come accade nella provincia di Torino con il bravo Guariniello, ci dirà che i lavori debbono essere terminati, noi opporremo un netto rifiuto, visto che le risorse non ci sono più». 

Di questo «informeremo il Consiglio superiore della magistratura e al vicepresidente Michele Vietti chiederemo se dobbiamo rispettare i programmi per il controllo delle scuole o se invece dobbiamo dare retta ai tagli imposti dal governo con la spending review. Stessa richiesta - ha aggiunto - la faremo alla Corte dei Conti, anche relativamente ai numerosissimi decreti ingiuntivi che in questi giorni stanno arrivando agli Enti da parte delle imprese, che ammontano nel complesso a circa 2,8 miliardi di euro». 

Altre azioni analoghe, ha annunciato il neopresidente dell’Upi, dovranno essere prese dal prossimo ufficio di presidenza dell’organizzazione per quanto riguarda l’espletamento di altri servizi, come ad esempio i trasporti e i centri per l’impiego, che molto probabilmente verranno chiusi’». 

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