giovedì 8 novembre 2012

PER OBAMA , INIZIO IN SALITA


Vittoria agrodolce per Barack Obama. La questione debito incombe

08 novembre 2012 - 10.45
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Vittoria agrodolce per Barack Obama. La questione debito incombeBarack Obama, con l'appoggio di 332 grandi elettori e del 50% a livello nazionale, si garantisce altri quattro anni alla Casa Bianca. Il suo primo giorno, dopo la vittoria elettorale, non è stato però facile. Molti i moniti arrivati al Presidente americano, sia dai leader di altre Nazioni, che hanno colto l'occasione degli auguri per chiedere un ripensamento delle relazioni economico-politiche internazionali, che da parte degli attori della scena economica, in primis le temutissime agenzie di rating. 

Il messaggio inviato ad Obama da Moody's e Fitch è stato molto chiaro: l'America non potrà continuare a contare sulla 'Tripla A' se non farà qualcosa per ridurre l'indebitamento record. Gli Stati Uniti - si sottolinea - non possono più tergiversare e, dopo questa lunga e combattuta corsa elettorale, devono tornare alla realtà e studiare misure in grado di ridurre il debito. 

Il 'fiscal cliff', anche conosciuta come rupe fiscale, è una realtà molto vicina, perché se non vi sarà un accordo al Congresso, dal 1° gennaio scatteranno dei meccanismi automatici del valore di 600 miliardi, pari al 15% del totale della spesa pubblica, che includono tagli alla spesa ed aumenti delle tasse. 

La posizione di Obama non è certo agevole, soprattutto se si considera che negli ultimi quattro anni, quelli del suo mandato, il debito è schizzato del 50%, arrivando alla cifra monstre di 15 mila miliardi di dollari. Non solo, c'è un deficit pubblico ogni anno di 1100 miliardi di dollari, pari al 7,5% del PIL (nel 2009 era arrivato anche al 10% del PIL), aggravato anche dalla Riforma sanitaria, fortemente voluta dal Presidente, ma certamente molto costosa. 

Il compito di Obama per 'Four More Years', lo slogan che ha accompagnato la sua campagna elettorale, è denso di insidie, anche perché alla Camera, come noto, la maggioranza è dei repubblicani. Non sarà facile neanche relazionarsi con gli attori internazionali, non tanto con l'Europa, grande assente di questa competizione elettorale, quanto con le economie emergenti dell'Asia, in particolare la Cina. Pechino sta schierando, proprio in questi giorni, la sua classe politica, che dominerà la scena delle relazioni internazionali per il prossimo decennio.

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