martedì 6 novembre 2012

ILVA A RISCHIO CHIUSURA

Ilva, si avvicina il rischio di chiusura
2 mila operai in cassa integrazione

L’Ilva di Taranto

Il 19 novembre chiudono i reparti a freddo. Ufficialmente si parla di “crisi del mercato”, ma i sindacati non ci credono: “Apriamo subito
la trattativa sul risanamento
degli impianti”
guido ruotolo
taranto
Fino alle cinque del pomeriggio non era arrivata nessuna “pratica” dall’Ilva di Taranto. Scadono oggi i termini della presentazione al ministero dell’Ambiente del piano attuativo dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale. Ma nello stesso tempo, l’azienda ha annunciato che a partire dal 19 novembre 2.000 dei quasi 12.000 dipendenti dello stabilimento di Taranto andranno in cassa integrazione per sopraggiunta crisi di mercato del prodotto laminati e tubi. I tre sindacati di categoria hanno annunciato all’azienda la loro indisponibilità a discutere il piano di cassa integrazione che riguarda l’area a freddo dello stabilimento fino a quando non si aprirà il tavolo negoziale sulle prospettive dell’Ilva e sul risanamento dello stabilimento.

Se l’Ilva non dovesse presentare il piano attuativo dell’Aia entro stasera, lo scenario che si aprirà potrebbe rivelarsi drammatico perchè il ministro dell’Ambiente Clini sarebbe costretto a convocare gli enti locali per l’inizio della prossima settimana - forse martedì - e annunciare che «l’Aia non è attivabile». Senza autorizzazione e senza voler collaborare con i custodi giudiziari nominati dal gip Todisco, l’Ilva potrebbe essere costretta a chiudere.

La procedura, legata al fermo degli impianti disposto dalla magistratura e aggravata dopo l’incidente mortale dei giorni scorsi di un operaio del settore movimento ferroviario (reparto in sciopero dal 30 ottobre), riguarderà gli addetti ai tuibifici 1 e 2, al laminatoio, al reparto nastri, e poi officine e servizi. Prima dell’incontro i sindacati avevano detto di aspettarsi una richiesta di “ferie forzate” da parte del vertice aziendale a seguito dello sciopero a oltranza in corso al Movimento ferroviario.

“Il Mof - spiegano infatti i sindacati - è una postazione alla quale lavorano poche decine di persone ma di grande rilievo perchè da qui dipendono tutti i collegamenti ferroviari interni nel siderurgico. Bloccando il Mof, si blocca il ciclo produttivo».

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